Parrocchia |
Relazione religiosa
sull'anno 2001
a cura di don Ugo Proserpio - Parroco
Durante la benedizione natalizia delle famiglie, abbiamo portato a ciascuno il
Progetto Pastorale.
E’ una testimonianza di fiducia nella partecipazione di
tutti i parrocchiani alla vita religiosa della comunità. E’ una possibilità
offerta a tutte le famiglie di una lettura, riflessione e discussione tra i
membri della famiglia, di suggerimenti, osservazioni, correzioni ed eventuali
apprezzamenti per il lavoro compiuto dal Consiglio Pastorale precedente. Le
indicazioni per un cammino formativo personale e comunitario le abbiamo fissate
in tre direzioni, tre campi di lavoro:
- La Parola di Dio
- L’attenzione al povero (sotto tutti gli aspetti)
- L’opera educativa: gli oratori
Vorrei con voi fermarmi e riflettere sul nostro cammino
comunitario soprattutto riguardo al primo punto (per gli altri ritorneremo in
altri momenti). Partiamo dall’icona che c’introduce a comprendere e vivere
meglio il progetto pastorale: “Le nozze di Cana”.
Un’attenta lettura del brano ci mostra una festa di nozze
che può essere rovinata dalla superficialità, dalla disattenzione, ma che
trova rimedio nell’intervento della Madonna che indica il modo per uscire da
questa situazione imbarazzante: “Fate quello che Lui vi dirà”.
I servi ascoltano e ritorna più gioiosa la festa.
E’ solo la Vergine, sempre attenta alle Parole di Dio, che
si accorge e ricorre ai rimedi (“Meditava nel suo cuore..”). Non si
cambia la comunità con grandi assembramenti, grandi masse, ma ognuno con la
propria convinzione sorretta dalla fede alimentata dalla Parola di Dio.
Le grandi assemblee, le masse affollate hanno senso se i
partecipanti sono presenti con la stessa fede, lo stesso motivo e si sentono
un’unità di fede; altrimenti anche allo stadio, in un treno pendolare, in un
tram pieno di persone, c’è massa ma ognuna per uno scopo diverso, quindi non
c’è popolo. E’ questo il richiamo che ci fa la Vergine. “Fate
…..”. Il Vangelo dice di Gesù: “Passò insegnando..” e prima
di moltiplicare i pani per la gente che lo seguiva osserva: “vedendo la
folla stanca si mise ad insegnare loro…”.
Ossia il nostro agire è sempre conseguenza del nostro
pensare.
Ecco il valore della conoscenza della Parola di Dio.
Afferma il nostro Cardinale: “Conoscenza della Scrittura
e incontro con Gesù s’intrecciano. Sono cordicelle che diventano una fune che
non si spezza più”. Certamente
vi sono molti altri cammini nei quali s’incontra il Signore: la carità, il
volto del fratello… ma l’importante è capire che non ci s’incontra con
Cristo senza che sia in qualche modo connesso la Scrittura; altrimenti è un
Cristo vago e generico.
Oggi abbiamo tante possibilità per conoscere la Parola di
Dio: dibattiti televisivi, trasmissioni religiose, incontri specializzati,
molteplicità di testi sulla Parola di Dio…. Tutto questo però non ha
l’aspetto e il valore della continuità che è l’unico metodo che ci forma e
ci modella su Gesù. Purtroppo manca la continuità, la costanza di partecipare
a qualche forma di catechesi parrocchiale (incontri del battesimo alla terza
età: ogni fascia d’età ha il suo momento di catechesi!).
Noi viviamo in Parrocchia, partecipiamo alla vita
parrocchiale; è qui dove ci si nutre del pane quotidiano della Parola di Dio.
Certo ci sono incontri più specifici, più settoriali, ben
vengano perché ci aprono orizzonti più ampi, ma è il pane quotidiano che ci
alimenta. Nessuno mette in dubbio la bontà del caviale e dell’aragosta, ma se
uno mangia solo quello alla fine s’intossica! Il motivo vero di questa
disaffezione alle cose normali è un po’ d’orgoglio personale e di una
libertà ingannatrice.
Si pensa e si dice: “Perché passare attraverso la
Chiesa?” si è insofferenti verso gli intermediari, compresa la Chiesa e
quindi concretamente la Parrocchia, rivendicando un rapporto diretto con Dio o
addirittura la salvezza per vie e tradizioni diverse da quella cristiana.
La Chiesa però è necessaria, non come ufficio anagrafico,
ma per non perdere la concreta possibilità di incontrare Gesù Cristo.
Il Dio d’Israele e di Gesù si fa incontrare non per
illuminazione mistica, ma grazie a vicende nella quali Dio stesso diviene
presenza attraverso i sacramenti e la sua parola. Il compito della Parrocchia
con una catechesi metodica è la risposta a questo bisogno di conoscere la
Parola di Dio. E’ compito anche di un continuo aggiornamento che significa:
conoscere la vita dei fedeli, accorgersi dei cambiamenti, portare l’attenzione
su la scena umana concreta.
Ma l’evangelizzazione è diventata estremamente difficile
perché l’irreligiosità (religione: verità da credere – morale da
osservare – culto da vivere, se ne manca uno crolla tutto).
Opporre barriere al ministro e la superficialità è
l’atteggiamento comune di affrontare la vita religiosa.
Per questo nel Consiglio Pastorale ho voluto che ci fossero
rappresentanti di tutte le fasce d’età, di tutte le categorie, di tutti i
movimenti. Il desiderio che avevo, ma che non si è realizzato, era la presenza
anche di un rappresentante degli extracomunitari (sono circa 400 quelli
regolarmente iscritti all’anagrafe e quasi un migliaio non in regola che
vivono con noi e non tutti cattolici, ma buona parte lo sono!). L’apporto di
tutti crea una visione più reale della vita parrocchiale. Un grande teologo protestante del secolo scorso, Carl Barth,
usava questa suggestiva immagine: “Tengo nella mano destra la Bibbia e
nella sinistra il giornale”.
Ossia: gli eventi quotidiani vanno sempre confrontati con i
valori fondamentali della Bibbia e vanno letti alla luce della Parola di Gesù.
Vorrei fare un solo accenno sulla seconda pista di
riflessione del Progetto Pastorale: l’attenzione al povero.
E’ il pressante invito che il Papa ha rivolto a tutti i
cristiani al termine dell’anno santo del 2000: “Duc in altum...”
Come Consiglio Pastorale abbiamo scelto un obiettivo preciso: l’aiuto ad una
Chiesa povera della diocesi di Djougou in Benin (Africa).
E’ una parrocchia che deve nascere e si chiamerà proprio “Chiesa
della Incarnazione” e noi ci siamo impegnati ad aiutarla: è un aiuto
soprattutto per noi ad uscire un po’ da una visione ristretta di fede, ad un
impegno che ci aiuta a vivere la carità. Di questo sarete informati sempre sul
foglio parrocchiale. Per la parte amministrativa, ossia la relazione economica
della Parrocchia vi informeremo appena sarà convocata la nuova Commissione
degli Affari Economici.
Concludo rifacendomi all’introduzione del Progetto
Pastorale.
La Parrocchia dà a tutti la possibilità di un’istruzione
religiosa: poi tutto dipende dalla buona volontà di ciascuno.
Ricordiamo per impegnarci quello che ci diceva San Paolo: “Quando
ero bambino vestivo da bambino, ragionavo da bambino, agivo da bambino, ma ora
che sono adulto devo ragionare e agire da adulto”.
Buon lavoro a tutti!
Relazione economica sul
2001
a cura della
Commissione Affari Economici della Parrocchia
La relazione non è stata ancora redatta a causa della recente
nomina
della nuova Commissione degli Affari Economici.
Vi informeremo appena sarà convocata la nuova Commissione degli Affari Economici.
Relazione spirituale ed economica anno 1998
Relazione religiosa ed economica anno 1999
Relazione religiosa ed economica anno 2000