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Parrocchia SS. Gervaso e Protaso
Novate Milanese


"Ecco mia madre"
Articolo di don Paolo
in occasione della ripresa
delle attività degli Oratori

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L’Oratorio, tesoro inestimabile della nostra Comunità, ci offre all’inizio di questo nuovo anno pastorale la possibilità di ringraziare con tutto il cuore per la bellezza della storia che abbiamo vissuto e per il futuro che ci attende.

Questo ringraziamento va innanzitutto al Signore Gesù Amico e Pastore dell’Oratorio. “ In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. E' Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna.” Queste parole del Papa nella Veglia di Tor Vergata sono la migliore immagine per ridire la centralità inequivocabile del Signore Gesù nella vita dell’Oratorio.

Centralità che poi va declinata in ogni piccola o grande iniziativa. Proprio in questa delicata operazione consiste il grande lavoro educativo dell’Oratorio: far percepire ai bambini e ai ragazzi l’amore di Dio attraverso scelte concrete che entrino nella loro esperienza, all’inizio della loro promettente vita.

Per fare questo non è più possibile, se mai lo è stato, affidarsi all’inerzia, alle cose fatte da sempre. Io punterei, con il conforto di una riflessione fatta con molti amici dell’Oratorio, su due atteggiamenti fondamentali che il Signore Gesù, e la sua Madre, ci hanno lasciato come eredità: la sua e nostra incarnazione e l’umiltà. L’incarnazione di Gesù ci ricorda che il Signore non si è vergognato della nostra povertà, del nostro peccato, del nostro nasconderci, delle nostre paure, ma ha voluto condividere la nostra storia, la nostra vita. Proprio per questo non dobbiamo scandalizzarci se per vivere l’Oratorio occorre sporcarsi le mani con la povertà dei fratelli, con la loro mediocrità e anche il loro egoismo. Il Signore Gesù ha fatto dei nostri sbagli i nostri meriti, del nostro peccato la via della nostra salvezza. A noi spetta fare lo stesso cammino: “Vieni e seguimi”. L’umiltà! Scegliere di riconoscere la nostra pochezza è la porta per entrare nel grande mistero dell’amore. La presunzione di sapere già tutto o di non dovere niente a nessuno ci lega le mani e ci spegne il cuore. Essere umili vuol dire far posto al Vangelo nella nostra vita. Essere umili vuol dire costruire relazioni vere e profonde. Essere umili, insieme a molte altre cose, vuol dire accettare di servire gli altri, anche nelle esigenze più semplici e faticose. Come mi piacerebbe ritrovarci insieme, con la stessa voglia di amare, nella celebrazione della Messa, nella riflessione circa il futuro dell’Oratorio e a pulire il cortile e le aule di catechismo. “Insieme” dal piano nobile a quello più “umile”.

Il cammino dell’Oratorio incontra in questo nuovo anno l’inaugurazione di nuove strutture, tanto attese e tanto amate. Il senso di queste opere l’abbiamo già precisato molte volte. Ci basta dunque ricordare che non ci stancheremo mai di creare le condizioni migliori per la crescita integrale dei ragazzi.

Pensando a questi lavori di ristrutturazione il primo pensiero va a tutti i benefattori che hanno contribuito concretamente al pagamento dell’opera. Ringraziamo poi tutti i professionisti che a diversi livelli hanno pensato, seguito e portato a compimento il progetto. Ringraziamento a tutta la Comunità a cui spetta ora la gestione degli impianti. La gratuità del volontariato è stata, è oggi e sarà, il vero segreto dell’impegno educativo. Allo stesso tempo la mancanza di atteggiamenti gratuiti sarà il campanello d’allarme più serio per dire che le motivazioni di valore non sono più sufficienti per custodire il dono.

Due categorie di persone chiedono una dose abbondante delle nostre preghiere: le famiglie dei ragazzi e il mondo degli adulti in generale e gli educatori. Le famiglie e gli adulti sono, oggi più che mai, cercati e criticati per il potenziale educativo che hanno nel cuore. A loro è rivolta la nostra attenzione e il nostro incoraggiamento. Gli educatori hanno il difficile compito di accompagnare i ragazzi negli anni dell’adolescenza e della preadolescenza. Proprio per questo dovranno essere molto esigenti con se stessi, nel loro cammino formativo, e ogni parrocchiano ha con loro il debito di una profonda solidarietà, a partire dalla preghiera.

In questo lavoro educativo non siamo soli. La Diocesi ha approvato e sostenuto il progetto. La parrocchia si è impegnata, anche finanziariamente per favorire la costruzione di questo nuovo ambiente. Tutta la comunità ha amato e accompagnato i disegni iniziali, i lavori e l’inaugurazione. Tuttavia c’è un gruppo di amici posto vicino al Signore per custodire i nostri sogni. Sono tutti coloro che sono già nella casa del Padre e pregano instancabilmente per noi. Maurizio e tanti altri fratelli e sorelle ci assicurano la loro preghiera chiedendo la consolazione e il vigore necessari per il cammino.

Inizia dunque un nuovo anno. Chiediamo al Signore la forza di guardare a Lui e di credere che l’Oratorio svolge ancora un servizio fondamentale per la crescita umana e cristiana dei bambini e dei ragazzi. Chiediamo inoltre di avere il coraggio di attuare scelte profetiche, scelte che sanno portare nella nostra storia lo sguardo di Dio.

Tutte queste scelte hanno un unico obiettivo: servire i nostri piccoli amici e prepararli per la grande avventura della vita, aiutandoli a scoprire cosa ha nascosto il Signore nel loro cuore. Proprio per questo ci auguriamo: Buon cammino amici dell’Oratorio.

“Ecco mia madre”: lo slogan degli oratori milanesi di quest’anno ci sia di incoraggiamento per il cammino (nell’esempio della vita di Maria) e come segno di sicura materna benedizione.

                 

don Paolo

 

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