Parrocchia SS. Gervaso e Protaso - Novate Milanese
Anno XII - n° 24
Orari delle Sante Messe in Parrocchia: |
|
22 Giugno 2008
Festa Patronale
Tra i riti tipici della tradizione liturgica milanese suggestivo è quello
del faro, un globo di bambagia che vien fatto ardere prima dell'inizio
della messa in onore di un martire, all'ingresso del presbiterio. La prima
attestazione in proposito la troviamo già nel sec. VII, in un documento di
ambiente cremonese dove si parla di "corona et pharum" da
accendersi nella festa del santo martire Sisinio. Si tratterebbe probabilmente di
un rito analogo a quello che troviamo descritto nel sec. XII da Beroldo per
la cattedrale milanese: in alcune messe particolarmente solenni, quando
la processione di ingresso era ormai giunta all'altare, l'ostiario che
aveva portato la croce accendeva con la candela posta, secondo l'usanza
del tempo, sulla sommità della croce stessa il cosiddetto "pharus".
Era questo una specie di lampadario formato da una serie di lumi
disposti a corona e sopra i quali era stato posto un anello di bambagia
che, ardendo, comunicava il fuoco alle singole lampade.
L'interpretazione che gli studiosi danno di questo antico rito oscilla
fra quella puramente funzionale, a quella allegorica immagine del trionfo
e della gloria dei martiri, a quella che vede nell'accensione del faro
un elemento che serva semplicemente a rendere particolarmente solenne
l'inizio della celebrazione liturgica in giorni straordinari.
Di fatto il faro si trasformò con il tempo da corona di lampade a un
globo di bambagia appeso all'ingresso del presbiterio nelle sole feste dei
martiri, a cui il celebrante stesso da fuoco con tre candeline accese, fissate
sulla sommità di una verga, al termine della processione di ingresso.
Il significato in questo caso è puramente allegorico e vorrebbe
alludere al sacrificio della vita da parte del martire.
Questo rito è ancora oggi celebrato in occasione delle feste
patronali delle parrocchie dedicate ad un santo martire, soprattutto nei paesi
della diocesi ambrosiana.
Messaggio per le vacanze 2008
Il tuo riposo si cambierà in gioia
Carissimi,
insieme con i miei confratelli Vescovi delle Diocesi lombarde sono lieto di
rivolgervi un augurio sincero e affettuoso per le vostre prossime vacanze: che per tutti
voi siano un tempo di riposo dalle fatiche del lavoro o dello studio, un tempo da
trascorrere nella serenità con i familiari e gli amici, un tempo soprattutto nel
quale rinnovare e rinfrancare lo spirito, riscoprendo il gusto di quel silenzio interiore
che dona pace al cuore e lo dispone all'ascolto della parola di Dio.
Un tempo per il riposo: ma quale riposo?
La vacanza estiva è dai più desiderata come un momento di pausa, e dunque
di riposo, dai ritmi intensi, affannati e spesso frenetici della vita quotidiana. Il
riposo però non coincide con il semplice "non far nulla" e non è sinonimo di un
tempo vuoto da riempire comunque - con altro rumore o con divertimenti forzati -, ma
trova la sua autenticità e importanza nell'essere un momento che permette la
riscoperta delle cose essenziali, più belle e più vere della nostra vita, che riporta agli affetti
più profondi e alle relazioni più significative, alla valorizzazione della bellezza
della natura e dell'arte, al gusto di rivivere la calma del ritmo naturale del tempo.
Tutti noi abbiamo bisogno di un vero riposo: per il corpo e per l'anima, per tutta
la persona, dunque, e in particolare per la sua interiorità. Solo così possiamo
ritrovare il nostro "io" profondo e possederci in vera libertà. Come amava dire
sant'Ambrogio: "La tua ricchezza è la tua coscienza; il tuo oro è il tuo cuore
Custodisci
l'uomo che è dentro di te. Non trascurarlo, non averlo a noia come se non avesse
valore, perché è un possesso prezioso" (De officiis, 1,11).
Non apparirà allora strano affermare che una delle modalità centrali per vivere
in modo autentico il tempo del riposo è il silenzio. E' troppo il rumore assordante
che ci avvolge; sono troppi i messaggi e le richieste, troppe le proposte e le
urgenze che ci riempiono disordinatamente. C'è bisogno di silenzio, ossia di quella
calma interiore che sola sa fare ordine nel caos degli impegni, ci fa riconoscere ciò che
è essenziale e decisivo nella vita, ci rende interiormente liberi, ci apre alla
preghiera e alla contemplazione dei doni - nel creato, nelle opere dell'uomo, nel cuore
di ciascuno - che l'amore di Dio sparge senza sosta e senza misura.
Nel silenzio potremo anche - ma qui sta il vertice del nostro vivere - ascoltare
la parola di Dio. Le forme non si contano: ognuno, in un certo senso, ha la
propria strada. Vorrei però con molta semplicità offrire per questo tempo di riposo il
suggerimento di leggere qualche libro della Sacra Scrittura per conoscere le grandi
opere che Dio ha compiuto per il suo popolo. Sentirete che quelle pagine sono vive,
che ancora parlano al vostro cuore e alla vostra vita, perché siamo noi oggi il popolo
di Dio, un popolo che non può mai perdere la speranza, fondata come è
sull'amore intramontabile e incondizionatamente fedele di Dio.
Un tempo per "viaggiare con gli occhi del cuore"
Il tempo del riposo non poche volte si coniuga anche con il tempo del "viaggiare".
E così per alcuni di voi la vacanza potrà comportare l'esperienza del visitare Paesi e popoli lontani. E' un'occasione preziosa di cui far tesoro, questa, perché
l'incontro con culture diverse dalla nostra ci apre più facilmente alle dimensioni del mondo.
Faccio mio l'invito di Giovanni Paolo II a "viaggiare con gli occhi del cuore". Si
tratta di imparare a conoscere, rispettare, valorizzare ogni cultura e a dialogare
con essa. Il ritorno a casa potrà allora essere arricchito da un rinnovato spirito di
comprensione, di accoglienza, di solidarietà e di tolleranza nei confronti di coloro
che, magari da quegli stessi Paesi che abbiamo visitato, sono venuti ad abitare e
lavorare presso di noi. "Viaggiare con gli occhi del cuore" significa anche non restare
insensibili davanti alle preoccupanti forme di povertà che si possono incontrare. Ci
si immette così sulla via di una crescita in noi di un più alto senso di responsabilità,
di giustizia e di solidarietà verso il fratello, lontano o vicino, che ci chiede pane e acqua.
E come noi, così anche altri viaggiano in tempo di vacanza. E dunque
veniamo sollecitati a ricevere quanti scelgono la nostra Regione, il nostro Paese
come luogo del loro riposo. Sì, le nostre comunità e noi per primi diamoci da fare
perché chi viene possa sentirsi accolto, desiderato, amati. Con le tante bellezze del
nostro territorio, possa ricevere il nostro sorriso e la nostra affabilità. E
nell'esperienza d'amicizia che può nascere e svilupparsi in questi incontri sentiamoci
chiamati a testimoniare la fraternità che viene dal Vangelo e che si esprime nel
reciproco "scambio di doni", a cominciare dalle ricchezze interiori.
A ciascuno di voi, per una vacanza ricca di sapienza, rivolgo l'invito del libro
sacro: «Seguine le orme e cercala, ti si manifesterà; e una volta raggiunta, non
lasciarla. Alla fine troverai in lei il riposo, ed essa ti si cambierà in gioia» (Siracide 6, 27-28).
+ Dionigi card.
Tettamanzi
Arcivescovo di Milano
A Messa si arriva in orario e il ritardatario si offende
Non ho mai capito come si spieghi il ritardo dei treni: si sa la distanza, si sa
la velocità, che ci vuole a fare un orario? Più incomprensibile dei ritardi del treno è
il ritardatario alla Messa della domenica. E' un cristiano convinto: la Messa è
il centro della vita. Sa l'orario: è sempre lo stesso da 20 anni. E' domenica: c'è
una ragionevole possibilità di organizzarsi. Eppure il ritardatario arriva in ritardo. Al
suo arrivo qualcuno gli dedica un cenno di saluto e così ha già perso il filo delle
letture. Mentre si siede, la sedia si sposta e anche la lettrice si distrae: salta alla
riga successiva. Il prete che celbra osserva e si indispettisce, tanto che neppure
s'accorge che la lettrice s'è confusa. Il ritardatario si accomoda, ma, prima di
ascoltare, si guarda intorno e s'incuriosisce: come mai la statua della Madonna a
fianco dell'altare? La spiegazione è stata data all'inizio, ma il ritardatario era in ritardo.
Più o meno verso la predica, il ritardatario, riesce a concentrarsi. Il prete parla
del radunarsi dell'assemblea e dei riti di introduzione e quindi dice dell'importanza
di arrivare per tempo in Chiesa. Il ritardatario si indispettisce: ce l'ha con me?
Come si permette?
Mons. Mario Delpini
(tratto da Milano Sette del 08/06/2008)
Amici del Banco Alimentare
Tutti coloro che intendono sostenere l'iniziativa del Banco Alimentare
potranno portare il loro contributo in Parrocchia
sabato 28 Giugno dalle ore 17.30 alle ore 18.30 e
domenica 29 Giugno dalle ore 8.00 alle ore 11.30.
Si raccolgono in particolare:
pelati - zucchero - pasta - olio.
Orari Sante Messe per il periodo estivo
La Santa Messa festiva delle ore 11.30 è sospesa a partire
da domenica 29 Giugno
e riprenderà domenica 7 Settembre
Ricordiamo che il foglio La Comunità
riprenderà la pubblicazione
domenica 7 Settembre 2008
Impegni comunitari dal 22 al 29 Giugno 2008
Domenica 22 Giugno 2008 - XII del Tempo Ordinario |
- Giornata della Riconoscenza |
Lunedì 23 Giugno 2008 |
ore 21.00 Ufficio generale per tutti i defunti della Parrocchia in Chiesa Parrocchiale |
Martedì 24 Giugno 2008 |
|
Mercoledì 25 Giugno 2008 |
|
Giovedì 26 Giugno 2008 |
ore 9.00 Adorazione Eucaristica in Chiesa Parrocchiale |
Venerdì 27 Giugno 2008 |
|
Sabato 28 Giugno 2008 - Sant'Ireneo |
- Banco alimentare |
Domenica 29 Giugno 2008 - XIII del Tempo Ordinario |
- Da oggi è sospesa la Santa Messa Festiva delle ore 11.30 - Banco alimentare - Pellegrinaggio UNITALSI ad Ardesio |