Anno VIII - n° 8 - Domenica 22 Febbraio 2004 |
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VII domenica del tempo ordinario
Egli perdona
Per capire più approfonditamente il salmo che andiamo meditando, è bene fare un breve accenno al brano evangelico che lo accompagna. Gesù dice a coloro che lo ascoltano di amare i nemici, di benedire chi li maledice, pregare per chi li maltratta. Il Signore invita dunque noi ad essere come è lui e a comportarci verso tutti come lui si comporta sempre con noi: ci ama indipendentemente da cosa possiamo dire, fare o pensare.
E' per questo che il nostro, pur essendo un salmo penitenziale, non contiene una richiesta di perdono. Si ringrazia invece perché questo perdono si ha la sicurezza di averlo già ottenuto. Il problema non è che Dio ci perdoni. Lo desidera più di noi. Il problema è che noi ci rendiamo consapevoli di essere già perdonati, accogliamo il perdono, ringraziamo, e viviamo da uomini perdonati. Il perdono precede la conversione.
Così colui che si scopre oggetto di tanto amore, può riconoscere i tratti del volto di Dio: perdona, guarisce, salva dalla fossa, ti corona di grazia e di misericordia, sazia di beni la tua vita, rinnova la tua giovinezza (vv. 3-5).
E' una splendida figura di Dio. Vengono poi elencate le sue azioni abituali nella storia: agisce con giustizia e diritto verso tutti gli oppressi, non conserva per sempre il suo sdegno, non ci ripaga secondo le nostre colpe, come un padre ha pietà dei suoi figli.
Le ragioni per ringraziare il Signore sono molte, ma la ragione fondamentale del ringraziamento è Dio stesso, il suo modo di guardare l'uomo e la storia, il suo amore. Un Dio che rivela la sua paternità soprattutto nel perdono. Compassione e amore sono le due parole che il salmista non si stanca di ripetere.
(I Samuele 26,2.7-9.12-13.22-23 - Salmo 102 - I Corinzi 15,45-49 - Luca 6,27-38)
Mi sarete testimoni
Percorso pastorale diocesano
Estratto dal Capitolo V
Quando in famiglia si chiedono i Sacramenti
La richiesta dei Sacramenti si presenta come una "pro-vocazione" a rinvigorire il proprio slancio missionario anche quando essa si manifesta nella vita della famiglia. Come quando i genitori chiedono il Battesimo per i figli o quando, a seguito di dolorosi fallimenti nell'esperienza familiare, si chiede di accedere alla Comunione eucaristica o a nuove nozze.
Per la coppia, un figlio che nasce è solitamente un evento atteso e gioioso, che di per sé fa sorgere la domanda sul senso e sul mistero della vita e "provoca" la fede dei genitori che ne chiedono il Battesimo. Ma provoca anche la comunità cristiana, perché sia in grado di accompagnare e far crescere i genitori nella fede e, insieme, di annunciare e testimoniare all'intera comunità la fede della Chiesa nella grazia e nelle esigenze di vita del Battesimo.
La preparazione dei genitori, che rientra in modo irrinunciabile nella pastorale "ordinaria", deve essere promossa - anche secondo le precise indicazioni del Sinodo 47° (cost. 102) - in un'ottica chiaramente evangelizzatrice. Essa, «oltre a momenti di incontro personale, preveda anche momenti comunitari, nei quali siano coinvolte insieme più coppie di sposi, si possa riprendere e sviluppare la riflessione iniziata negli itinerari di preparazione al matrimonio, vengano favoriti in tutti coloro che vi partecipano un risveglio, una verifica, un approfondimento della loro fede e della loro vocazione. La stessa preparazione cominci possibilmente già durante l'attesa del figlio, perché in un momento così singolare e significativo i genitori siano aiutati a vivere la maternità e la paternità come coronamento della loro risposta a una vocazione di amore e ad accogliere nella fede il dono che Dio sta affidando alla loro responsabilità» (Direttorio di pastorale familiare per la Chiesa in Italia, 105).
La richiesta che i genitori fanno del Battesimo per i figli, allora, deve provocare la vitalità pastorale e lo slancio missionario di ogni comunità parrocchiale, che con il Bat-tesimo è chiamata a farsi visibilmente "grembo" accogliente, per i nuovi membri della Chiesa e per le loro famiglie. La vitalità e l'impegno missionario di ogni comunità parrocchiale devono esprimersi anche dopo la celebrazione del sacramento del Battesimo. Le giovani famiglie hanno diritto alla presenza amorevole ed efficace della Chiesa che, come Madre, pone gesti concreti di aiuto per il loro cammino umano e religioso. Si eviterà così che si crei un vuoto di attenzione per i bambini e le loro famiglie tra il momento della celebrazione del Battesimo e quello della preparazione agli altri Sacramenti dell'iniziazione cristiana.
Quaresima 2004
Carissimi parrocchiani,
l'anno liturgico ci educa ad un incontro personale con Dio.
Uno dei momenti più impegnativi è certamente la Quaresima.
Anche la stagione stessa primaverile, ci mostra il rifiorire
della vita: le gemme rigonfie sugli alberi, i prati si coprono
di fiori, gli uccelli ci rallegrano con il loro canto.
E' tutta la vita che si risveglia.
Anche la Chiesa invita i fedeli a riflettere sul vero senso
della vita, sull'impegno a rendere questo mondo pieno di
meraviglie e di gioia.
La Quaresima è un tempo di preghiera, penitenza,
rinunce; non sono gesti a sè, ma il modo con cui personalmente
ci mettiamo in colloquio con Dio essendoci liberati di tutto
ciò che ci impedisce un cammino spedito.
Certo, non si pretende che iniziando la Quaresima tutto
ci torna facile e possibile: è un continuo filtro dei nostri
pensieri con la preghiera, una continua rinuncia a ciò che non ci
è indispensabile fisicamente e socialmente.
E' una cura disintossicante e rigenerante.
Noi siamo creati ad immagine di Dio e la fatica nostra è
quella di scrostare tutte quelle sovrastrutture che nascondono
la nostra grandezza e dignità di Figli di Dio.
Bisogna rinunciare a qualcosa e puntare all'essenziale.
Ma è l'essenziale che ci da gioia, ci rende più maturi e
ci spiega il perché delle rinunce.
Voglio invitarvi ad una sola rinuncia in Quaresima.
Il Papa da detto: "La statura morale delle persone cresce
o si riduce a secondo delle parole che esse pronunciano e
dei messaggi che scelgono di ascoltare o di vedere".
Se vogliamo riprendere il dialogo con Dio e in famiglia,
proviamo a spegnere il televisore almeno i venerdì di
Quaresima: avremo più tempo per pregare e per parlare con i nostri figli.
Buona Quaresima
Il Parroco
don Ugo Proserpio
Messaggio del Papa
per la Quaresima 2004
Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. Con il suggestivo rito dell'imposizione delle Ceneri
prende avvio il tempo sacro della Quaresima, durante il quale la
liturgia rinnova ai credenti l'appello a una radicale
conversione, confidando nella misericordia divina.
Il tema di quest'anno - "Chi accoglie anche uno solo di
questi bambini in nome mio, accoglie me" (Mt 18,5) - offre
l'opportunità di riflettere sulla condizione dei bambini, che
anche oggi Gesù chiama a sé e addita come esempio a coloro
che vogliono diventare suoi discepoli. Le parole di Gesù
costituiscono un'esortazione a esaminare come sono trattati i
bambini nelle nostre famiglie, nella società civile e nella Chiesa.
E sono anche uno stimolo a riscoprire la semplicità e la
fiducia che il credente deve coltivare, imitando il Figlio di Dio, il
quale ha condiviso la sorte dei piccoli e dei poveri. In
proposito, santa Chiara d'Assisi amava dire che Egli, "posto in
una greppia, povero visse sulla terra e nudo rimase sulla
croce" (Testamento, Fonti Francescane n. 2841).
Gesù amò i bambini e li predilesse "per la loro semplicità
e gioia di vivere, per la loro spontaneità, e la loro fede piena
di stupore" (Angelus del 18.12.1994). Egli, pertanto, vuole
che la comunità apra loro le braccia e il cuore come a Lui
stesso: "Chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome
mio, accoglie me" (Mt 18,5). Ai bambini Gesù affianca i "fratelli
più piccoli", cioè i miseri, i bisognosi, gli affamati e assetati,
i forestieri, i nudi, i malati, i carcerati. Accoglierli e amarli,
o invece trattarli con indifferenza e rifiutarli, è riservare a Lui
lo stesso atteggiamento, perché in loro Egli si rende
particolarmente presente.
2. Il Vangelo racconta l'infanzia di Gesù nella povera casa
di Nazareth dove, sottomesso ai suoi genitori, "cresceva in
sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini" (Lc 2,
52). Facendosi bambino, Egli volle condividere l'esperienza
umana. "Spogliò se stesso, - scrive l'apostolo Paolo - assumendo
la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino
alla morte e alla morte di croce" (Fil 2, 7-8). Quando
dodicenne restò nel tempio di Gerusalemme, ai genitori che lo
cercavano angosciati disse: "Perché mi cercavate? Non sapevate che
io devo occuparmi delle cose del Padre mio?" (Lc 2, 49). In
verità, tutta la sua esistenza fu contrassegnata da una fiduciosa
e filiale sottomissione al Padre celeste. "Mio cibo - Egli diceva - è fare la volontà di Colui che mi ha mandato e compiere la
sua opera" (Gv 4, 34).
Negli anni della sua vita pubblica, ripeté più volte che
solo quanti avessero saputo farsi come i bambini sarebbero
entrati nel Regno dei Cieli (cfr Mt 18,3; Mc 10,15; Lc
18,17; Gv 3,3). Nelle sue parole il bambino diventa immagine
eloquente del discepolo chiamato a seguire il divino
Maestro con la docilità di un fanciullo: "Chiunque diventerà
piccolo come questo bambino sarà il più grande nel regno dei
cieli" (Mt 18,4).
"Diventare" piccoli e "accogliere" i piccoli: sono questi
due aspetti di un unico insegnamento che il Signore rinnova
ai suoi discepoli in questo nostro tempo. Solo chi si fa
"piccolo" è in grado di accogliere con amore i fratelli più "piccoli".
3. Sono molti i credenti che cercano di seguire
fedelmente questi insegnamenti del Signore. Vorrei qui ricordare i
genitori che non esitano a farsi carico di una famiglia numerosa,
le madri e i padri che, invece di additare come prioritaria la
ricerca del successo professionale e della carriera, si
preoccupano di trasmettere ai figli quei valori umani e religiosi
che danno senso vero all'esistenza.
Penso con grata ammirazione a coloro che si prendono
cura della formazione dell'infanzia in difficoltà e alleviano le
sofferenze dei bambini e dei loro familiari causate dai conflitti
e dalla violenza, dalla mancanza di cibo e di acqua,
dall'emigrazione forzata e da tante forme di ingiustizia esistenti
nel mondo.
Accanto a tanta generosità si deve però registrare
anche l'egoismo di quanti non "accolgono" i bambini. Ci sono
minori che sono feriti profondamente dalla violenza degli adulti:
abusi sessuali, avviamento alla prostituzione, coinvolgimento
nello spaccio e nell'uso della droga; bambini obbligati a lavorare
o arruolati per combattere; innocenti segnati per sempre dalla disgregazione familiare; piccoli travolti dal turpe traffico
di organi e di persone. E che dire della tragedia dell'AIDS
con conseguenze devastanti in Africa? Si parla ormai di milioni
di persone colpite da questo flagello, e di queste tantissime
sono state contagiate sin dalla nascita. L'umanità non può
chiudere gli occhi di fronte a un dramma così preoccupante!
4. Che male hanno fatto questi bambini per meritare
tanta sofferenza? Da un punto di vista umano non è facile,
anzi forse è impossibile rispondere a quest'interrogativo
inquietante. Solo la fede ci aiuta a penetrare in un così
profondo abisso di dolore. Facendosi "obbediente fino alla morte e
alla morte di croce" (Fil 2,8), Gesù ha assunto su di sé la
sofferenza umana e l'ha illuminata con la luce sfolgorante
della risurrezione. Con la sua morte ha vinto per sempre la morte.
Durante la Quaresima ci prepariamo a rivivere il Mistero
pasquale, che illumina di speranza l'intera nostra esistenza,
anche nei suoi aspetti più complessi e dolorosi. La
Settimana Santa ci riproporrà questo mistero di salvezza attraverso
i suggestivi riti del Triduo pasquale.
Cari Fratelli e Sorelle, iniziamo con fiducia l'itinerario
quaresimale animati da più intensa preghiera, penitenza e
attenzione verso i bisognosi. La Quaresima sia, in particolare,
utile occasione per dedicare maggiore cura ai bambini, nel
proprio ambiente familiare e sociale: essi sono il futuro dell'umanità.
5. Con la semplicità tipica dei bambini noi ci rivolgiamo a
Dio chiamandolo, come Gesù ci ha insegnato, "Abba", Padre,
nella preghiera del "Padre nostro".
Padre nostro! Ripetiamo frequentemente, nel corso della
Quaresima, questa preghiera, ripetiamola con intimo
trasporto. Chiamando Dio "Padre nostro", avvertiremo di essere
suoi figli e ci sentiremo fratelli tra di noi. Ci sarà in tal modo
più facile aprire il cuore ai piccoli, secondo l'invito di Gesù:
"Chi accoglie anche solo uno di questi bambini in nome mio,
accoglie me" (Mt 18,5).
Con tali auspici, invoco su ciascuno la benedizione di Dio per intercessione di Maria, Madre del Verbo di Dio fatto uomo e Madre dell'intera umanità.
Dal Vaticano, 8 Dicembre 2003
GIOVANNI PAOLO II
Catechesi quaresimali del Cardinale
Come è indicato nel calendario diocesano, anche quest'anno il Cardinale Arcivescovo guiderà le catechesi quaresimali per i gruppi di ascolto, che saranno trasmesse per radio e televisione nelle serate di martedì (2 - 9 - 16 - 23 - 30 marzo 2004) .
Il tema della catechesi sarà: "Io credo: dialoghi sulla fede" e si ispirerà alla "spiegazione del Credo".
La trasmissione televisiva (Telenova) inizierà alle ore 20.45, mentre il collegamento radiofonico (Novaradio A - Circuito Marconi) avrà inizio alle ore 21.00.
Come tutti gli anni per seguire le catechesi è stato preparato un sussidio, che sarà in vendita in Chiesa Parrocchiale, sul tavolo della Buona Stampa, a partire dalla prossima settimana.
Si potrà seguire individualmente o a gruppi, formando dei "centri di ascolto".
Mi rivolgo quindi a quelle famiglie che possono ospitare i vicini di casa o gli inquilini del caseggiato a dare il proprio nominativo entro domenica 29 febbraio 2004 ai sacerdoti della Parrocchia.
I sacerdoti saranno presenti per riflettere con voi sulla parola del vescovo.
Ringrazio tutte le famiglie che accetteranno questo invito.
Amici del Banco Alimentare
Ricordiamo a tutti coloro che intendono sostenere l'iniziativa del Banco Alimentare che potranno portare il loro contributo in Parrocchia sabato 28 febbraio dalle ore 17.30 alle ore 18.30 e domenica 29 febbraio dalle ore 8.00 alle ore 12.00.
Si raccolgono in particolare: pelati - carne in scatola - caffè - olio.
Iniziative della Quaresima 2004
Per i ragazzi
· Lunedì e mercoledì alle ore 7.45 "Lo sveglione" per le medie in Chiesa Parrocchiale.
· Martedì e giovedì alle ore 8.00 "Lo sveglione" per le elementari in Chiesa Parrocchiale.
· Via Crucis il venerdì alle ore 17.00 nei cortili. Il luogo sarà pubblicato ogni settimana su "La Comunità" nella pagina degli avvisi.
· Durante la Santa Messa domenicale delle ore
10.00 in Chiesa Parrocchiale i sei simboli,
"segno forte" della quaresima,
verranno portati ogni domenica da più persone in processione con
i ministranti e il celebrante, disponendoli sull'altare, in modo
da aiutarci nel cammino verso la Pasqua.
I domenica (29 Febbraio):
Olio dei catecumeni
II domenica (7 Marzo): Una brocca d'acqua
III domenica (14 Marzo):
La croce
IV domenica (21 Marzo):
La candela
V domenica (28 Marzo): La vestina bianca
VI domenica (4 Aprile):
Il Crisma
· Gesto caritativo: Missione Comboniana
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Per i giovani
· Partecipano ai momenti e alle iniziative previste per gli adulti ad eccezione dei Quaresimali che per i giovani sono il giovedì sera. Consultare il programma dettagliato nelle pagine seguenti.
***
Per gli adulti
· Lunedì 1, martedì 2, mercoledì 3, giovedi 4 Marzo: ore 6.30 Santa Messa in Chiesa Parrocchiale.
· Via Crucis ogni venerdì in Chiesa Parrocchiale alle ore 8.30 - 15.00 - 18.00 e prima del quaresimale alle ore 21.00
"Un lieto annuncio ai poveri"
· Giovedì 4 Marzo
"L'ASCOLTO" (Lc 1, 26-38)
Tenuto da: p. Giuseppe Lavelli sj
· Giovedì 11 Marzo
"LA SALVEZZA" (Lc 19,1-10)
Tenuto da: don Franco Brovelli
· Giovedì 18
Marzo
"LA
MISERICORDIA" (Lc 22,54-62)
Tenuto da: p. Massimo Casaro
· Giovedì 25 Marzo
"LA
CONVERSIONE" (Lc 23,47-49)
Tenuto da: don Bruno Maggioni
· Giovedì 1 Aprile
Sacramento della Riconciliazione
Tutti gli incontri si svolgeranno nella
CHIESA PARROCCHIALE SS. GERVASO E PROTASO
in Novate Milanese (Piazza della Chiesa, 12)
alle ore 21.00
"La missionarietà della Chiesa"
Commento alla lettera del Cardinale "Mi Sarete testimoni"
· Venerdì 5 Marzo
"La Missione non è una nuova strategia pastorale, ma
uno stile di vita"
· Venerdì 12 Marzo
"Leggere il nostro tempo: elementi positivi -
elementi negativi - la comunita cristiana"
· Venerdì 19 Marzo
"Il cuore dell'evangelizzazione: Gesù unico Salvatore"
· Venerdì 26 Marzo
"La missione di Cristo continua nella Chiesa"
· Venerdì 2 Aprile
"Lo `stile di vita' lo si acquisisce stando di
fronte all'Eucarestia"
Tutti gli incontri saranno alle ore 21.00 in Chiesa
Parrocchiale, preceduti dalla Via Crucis.
Predicherà i Quaresimali Mons. Vittorio Bruni
Giornata di preghiera per gli adulti
in preparazione alla S. Pasqua
Domenica 7 Marzo 2004
ore 7.00 Ritrovo in Piazza della Chiesa
ore 7.30 Partenza
ore 8.45 Arrivo a Eupilio (funziona il servizio bar)
ore 9.15 Inizio degli incontri di meditazione -
Negli intervalli vi è la possibilità di confessarsi.
Prima meditazione: "Essere testimoni"
(tenuta da Padre Gianfranco Pessina
missionario)
Seconda meditazione:
"L'attuale situazione religiosa e civile in
Parrocchia" (tenuta dal
Parroco)
ore 12.30 Pranzo
ore 14.30 Via Crucis
ore 16.30 Santa Messa - fine dell'incontro
Comunicare le adesioni a: Sig. Parroco, Sig. Angelo Ballabio (tel. 02.35.43.957), Sig. Paolo Gibertini (tel. 02.35.42.653)
Quota di partecipazione 23,00
Ridicolo
La testimonianza di fede è la missione quotidiana del cristiano. È il
modo stesso di vivere che lascia trasparire ciò in cui si crede. I valori
portanti, le idee e le scelte di ogni persona emergono dalle proprie parole,
dal dare tempo ad una attività piuttosto che a un'altra, dalla coerenza
tra ciò che si dice e ciò che si opera. Si è testimoni perché si attesta che
una cosa è avvenuta in un determinato modo: la si è vista con i propri
occhi, la si è udita e toccata, proprio come precisa san Giovanni nella
sua Lettera (1Gv 1). Ciò che si è udito, visto, toccato con la fede è
quindi qualcosa che ha a che fare con un dono che viene dall'alto. Ci è
donato di credere e testimoniare Dio come se lo avessimo visto con i
nostri occhi, sentito con le nostre orecchie, toccato con le nostre mani.
Possiamo capire perché all'uomo contemporaneo tutto questo è
semplicemente ridicolo! L'uomo che crede nella realtà, che ama la logica, che cerca
di svelare i misteri più reconditi della vita non può accettare questa
testimonianza di fede. Non parlo solo di chi si dichiara non credente, parlo
di ciascuno di noi, dell'uomo razionale e realista che è in noi. C'è una
resistenza alla testimonianza, c'è una tendenza a camuffarsi. Avete
presente la situazione delle persone anziane che, per non ammettere
la propria età, vestono come i giovani, si comportano come i giovani,
ecc.? Non voglio giudicarli, ma semplicemente utilizzare l'immagine come
un esempio. È così anche nella fede: testimoniare in maniera autentica
è rendersi ridicoli, accettare di essere messi in ridicolo. Non è facile
prima di tutto occorre essere chiari con se stessi: vedo, sento e tocco
Dio con il dono della mia fede? La tentazione di camuffarsi, di fermarsi
a parlare di vaghi valori, di barcamenarsi tra vari compromessi che
mettono in tranquillità la coscienza e di rimandare all'infinito la scelta
radicale del Vangelo è tentazione per tutti. Il mondo ha bisogno di
testimoni santi e ne abbiamo bisogno anche noi! Senza testimonianza
autentica non ci saranno scelte di vita per il Vangelo, non ci sarà più
trasmissione della fede, ma solo una generica religiosità. Perché ci sia futuro
nella fede, perché anche oggi la trasmissione della fede sia credibile, è
la sfida del ridicolo che prima di tutto dobbiamo vincere. È una sfida
con noi stessi e poi anche con chi ci sta vicino. È proprio chi ci conosce di
più che talvolta blocca la nostra testimonianza di fede, la rallenta e la
mette in crisi. Ma la fede non può cedere al ricatto di chi pretende la
nostra perfezione e la nostra "vittoria" prima di accogliere e ascoltare la
nostra testimonianza
la fede cristiana è in un certo senso "ridicola"
e così deve restare perché questo ridicolo è conseguenza della
nostra obbedienza al Vangelo. Certo il cristiano è un debole, perché
perdona, perché porta la pace. È un povero, perché dona a chi è nel
bisogno senza cercare il contraccambio. Può restare solo nelle discussioni,
perché non tradisce la verità. È casto, perché crede nell'amore come
un dono di Dio e ne accoglie tutta la ricchezza e la responsabilità.
Il cristiano è ridicolo agli occhi dell'uomo di oggi
ma ditemi, non è
forse più ridicolo chi si camuffa per non sembrare quello che realmente è?
ISA SANTAMBROGIO
Tratto da "Il Gazzettino della FOM" n°4 - 2004
La vita della nostra comunità
Domenica 22 Febbraio 2004 - VII del Tempo Ordinario |
- Ritiro ragazzi di
1a media e loro genitori |
Lunedì 23 Febbraio 2004 - San Policarpo |
ore 15.00 Incontro San Vincenzo al Centro Femminile |
Martedì 24 Febbraio 2004 |
ore 21.00 Incontro pubblico sul tema:
"Le politiche dello sviluppo nella società della conoscenza"
organizzato dal Circolo A.C.L.I. di Novate e dalla Parrocchia Sacra Famiglia - Interviene
Don Raffaello Ciccone - Responsabile Diocesano della Pastorale del Lavoro |
Mercoledì 25 Febbraio 2004 |
ore 15.30 Incontro Terza Età al Centro Femminile |
Giovedì 26 Febbraio 2004 |
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Venerdì 27 Febbraio 2004 |
ore 15.00 Catechesi per casalinghe e pensionati al Centro Femminile |
Sabato 28 Febbraio 2004 |
ore 14.30 Carnevale Cittadino |
Domenica 29 Febbraio 2004 - Prima di Quaresima |
- Al termine delle Sante Messe, Imposizione delle Ceneri |
Sacerdoti: Orari delle Sante Messe in Parrocchia |