Anno VII - n° 36 - Domenica 16 Novembre 2003 |
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Prima domenica di Avvento
Parola di Dio, preghiera dell'uomo
Abbiamo per tre anni camminato cercando di comprendere e fare sempre più nostre le Parole
che i Vangeli ci proponevano ogni domenica; con l'inizio dell'Avvento e l'aiuto di Dio,
entreremo ora nella preghiera dei Salmi per capire che cosa il Signore attraverso di essi dice
all'uomo ed imparare a pregare con le Sue parole.
"I Salmi sono il pane, miracolosamente fornito da Cristo, per nutrire quelli che lo hanno
seguito nel deserto".
Essi sono stati, per secoli, la principale preghiera dei monaci ed ora, stanno diventando sempre di più, la preghiera
di tutti i cristiani.
Il libro dei Salmi è "compendio e somma di tutto l'Antico Testamento".
Anzi, poiché con Cristo il Salterio entra nel Nuovo Testamento, possiamo dire che il
Salterio è una Bibbia in miniatura. E' il risultato dell'Alleanza e la conseguente
espressione del dialogo tra Dio e il suo popolo. Ai 5 libri della Thorah (il Pentateuco), corrispondono i 5 libri del Salterio.
"Nasce così il dialogo tra Dio e uomo. Parola di Dio (il Pentateuco) e parola
dell'uomo (il Salterio) s'incontrano, la prima incarnandosi, la seconda
divinizzandosi". Il salmo è la Parola di Dio che ha raggiunto in modo efficace
il cuore dell'uomo, così che questi possa rivolgersi adeguatamente a Dio.
"Se la Bibbia contiene anche un libro di preghiere (il Salterio), dobbiamo
dedurre che la parola di Dio non è soltanto quella che Egli vuole rivolgere a noi, ma anche quella che egli vuole sentirsi rivolgere da noi,
poiché è la parola del suo Figlio diletto".
"Il salmo è dunque, più di ogni altro brano della sacra Scrittura, allo stesso tempo Parola di Dio e parola
dell'uomo".
Nel Salterio si anticipa, così, il mistero dell'Incarnazione, per il quale, in Gesù,
"la parola dell'uomo è sempre Parola di Dio".
(Malachia 3,19-20 - Salmo 97 - 2 Tessalonicesi 3,7-12 - Luca 21,5-19)
La visita natalizia alle famiglie
Il nostro Sinodo ci offre una definizione di grande interesse, là dove scrive che «la visita e la benedizione natalizia delle famiglie è momento prezioso di presenza cordiale e discreta della comunità parrocchiale nel luogo dove si svolge la vita della famiglia». E conclude con un rilievo di particolare importanza: questa visita «può diventare un gesto significativo di evangelizzazione» (Sinodo 47°, cost. 68,2).
Siamo veramente di fronte ad un momento dall'evidente significato "missionario": è un modo puntuale, semplice e incisivo per "andare in tutto il mondo e predicare il Vangelo a ogni creatura" (cfr. Marco 16,15). Il "mondo" sono le "case" delle famiglie e "ogni creatura" sono le singole persone che compongono le famiglie stesse.
Ecco, in concreto, alcuni aspetti della missionarietà propri di questa visita Con essa si va "incontro" alla gente, là dove essa vive, in questo primordiale "ambiente di vita" che è la famiglia. Si realizza un incontro e un dialogo più immediato, diretto e personalizzato con chi abita nella casa. Si offre ad ogni persona che lo desidera un ascolto, una vicinanza e una condivisione dei suoi problemi e delle sue speranze. Si comunica, con la semplicità di una parola delicata e con una testimonianza umile e convinta, la "lieta notizia" di Dio e del suo amore: sì, Dio non abbandona nessuno, nessuno lascia solo e in preda ad una disperazione senza uscita; ma si fa vicino, così vicino da diventare "uomo come noi" per condividere con noi i passi del cammino della vita con il dono della salvezza e quindi di una speranza incrollabile.
Questo è il Natale cristiano: «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia» (Giovanni 1,14.16). Come sarebbe bello se in ogni casa potesse risuonare questo annuncio gioioso: "Dio ti ama; Gesù è venuto a visitare il suo popolo e continua a venirgli incontro con la sua grazia e la sua presenza; Cristo è venuto e continuamente viene anche per te; per te il Signore Gesù è via, verità e vita!".
È in questa precisa prospettiva che si situa la visita natalizia alle famiglie. Questa può e deve essere vista come una eco e un prolungamento della visita che Dio stesso ha compiuto nella storia dell'umanità con l'Incarnazione del suo Figlio Gesù. È dunque un modo "domestico" - dentro le mura della casa - di "fare memoria" della visita di Dio che si celebra nel Natale in chiesa, nella grande casa di Dio.
Ed è anche una visibilizzazione ecclesiale di quella visita interiore che Dio, in Gesù Cristo e mediante il suo Spirito, continua instancabilmente a realizzare nel cuore di ogni uomo e di ogni donna.
Questa stessa visita natalizia viene abitualmente chiamata, in termini popolari, "benedizione".
Sì, i termini sono popolari, ma ricchi di contenuto teologico. Infatti, la vera benedizione viva e vivificante per ogni uomo non è quella dell'acqua che viene aspersa sulle pareti della casa (speriamo anzitutto sulle persone!), ma è Gesù Cristo stesso, che entra nella casa degli uomini e prende dimora tra di loro assumendo carne umana.
La visita natalizia alle famiglie si fa, per questo, annuncio e testimonianza di Gesù che dona speranza ad ogni uomo, proprio perché di ogni uomo e donna Lui è la vera benedizione.
Dionigi Card. Tettamanzi
Benedizioni natalizie delle famiglie
settimana dal 17 al 21 novembre 2003
Data | Via | Dalle ore | Alle ore | Sacerdote |
lunedì 17 novembre 2003 | Via Boccaccio | 16.00 | 19.00 | Don Massimo |
lunedì 17 novembre 2003 | Via Balossa dopo la circonvallazione | 16.00 | 18.30 | Don Paolo |
martedì 18 novembre 2003 | Via Balossa fino alla circonvallazione | 15.00 | - | Don Ugo |
martedì 18 novembre 2003 | Via Carducci - Via Giusti - Via Pascoli - Via Tasso | 16.00 | 20.00 | Don Massimo |
martedì 18 novembre 2003 | Via Bixio | 17.30 | 20.00 | Don Paolo |
mercoledì 19 novembre 2003 | Via Grandi - Via Leone XIII - Via Maroncelli - Via Pellico - Via Tazzoli | 15.00 | - | Don Ugo |
mercoledì 19 novembre 2003 | Via Rimembranze | 16.00 | 19.00 | Don Massimo |
mercoledì 19 novembre 2003 | Via Sentiero del Dragone numeri pari | 17.30 | 20.00 | Don Paolo |
giovedì 20 novembre 2003 | Via Vignone numeri pari | 15.00 | - | Don Ugo |
giovedì 20 novembre 2003 | Via Virgilio - Via Ariosto n° 11 - Via Ariosto n° 3 scale D - E | 16.00 | 19.30 | Don Massimo |
giovedì 20 novembre 2003 | Via Sentiero del Dragone numeri dispari | 17.30 | 20.00 | Don Paolo |
venerdì 21 novembre 2003 | Via Vignone numeri dispari | 16.00 | - | Don Ugo |
venerdì 21 novembre 2003 | Via Ariosto n° 3 scale A - B - C | 16.00 | 20.00 | Don Massimo |
venerdì 21 novembre 2003 | Via Cascina del Sole numeri dispari | 17.30 | 20.00 | Don Paolo |
Mi sarete testimoni
Sintesi del Percorso pastorale diocesano
per coglierne lo spirito, le convinzioni di fondo,
le linee generali e la programmazione operativa
Introduzione
«Mi sarete testimoni». Queste parole di Gesù risorto (Atti 1, 8) sono la consegna solenne agli Apostoli, e quindi alla Chiesa e ai credenti, del mandato missionario: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura» (Marco 16, 15). Il titolo vuole mettere a fuoco che l'annuncio del Vangelo è la comunicazione non semplicemente di una parola (la "buona notizia"), ma della persona viva di Gesù Cristo, che viene incontrato in modo personale e che cambia la vita, dando origine a una "esperienza" nuova e capace di attrarre e contagiare.
È nella prospettiva di questa comunicazione che viene letta la situazione della Chiesa di Milano, per coglierne "il volto missionario". È un volto già delineato e, d'altra parte, in continua realizzazione verso quella bellezza spirituale e pastorale che è voluta da Cristo Signore e che corrisponde alle attese più vere e profonde dell'uomo e della società di oggi. Solo una profonda "conversione culturale e pastorale", che tutti deve coinvolgere, potrà presentare la Chiesa ambrosiana con un volto missionario sempre più luminoso e attraente, più credibile e incisivo.
La chiara e progressiva delineazione del volto missionario della Chiesa di Milano passerà, in particolare, attraverso le indicazioni offerte nel Percorso pastorale diocesano per il triennio 2003-2006. Il termine scelto di "percorso" rimanda immediatamente al cammino da compiere. Inserito in una storia già iniziata e aperto alle novità dell'oggi e alle sfide del domani, questo cammino è illuminato e guidato da Gesù Cristo, dalla sua parola di verità e di vita, e chiede di essere attuato da tutti insieme, nella comunione e nell'unità della nostra Chiesa particolare.
È un cammino dalla durata triennale, che propone precise linee operative: alcune "permanenti", che attraversano i tre anni e indicano i "traguardi pastorali" da raggiungere; altre "annuali", che si aprono a iniziative più particolari. La presentazione adeguata di queste linee e, ancor prima, delle convinzioni, della mentalità e dei criteri di giudizio e di azione ha condotto a uno strumento "corposo", che offre «pagine che si prestano a uno studio vero e proprio, a un fecondo dialogo o confronto pastorale, all'esposizione catechetica, alla meditazione e alla preghiera» (n. 5).
Di qui la prima iniziativa da realizzare: «I primi mesi di questo anno pastorale 2003-2004 - da settembre a tutto gennaio - siano riservati a momenti di attenta lettura e di meditazione orante del testo e alla sua presentazione» (n. 5).
Il Percorso si snoda in sette tappe. Queste non sono da intendersi in successione cronologica, ma piuttosto come sottolineature di aspetti e dimensioni, tra loro strettamente connessi, che devono caratterizzare concretamente il volto missionario della Chiesa.
La prima tappa, attraverso un'opera di "discernimento evangelico" dell'attuale situazione, ci fa cogliere la necessità e l'urgenza di un nuovo e più vigoroso slancio missionario.
La seconda, incentrata su Gesù Cristo, e la terza, riferita alla Chiesa come sua continuazione vivente, conducono ai fondamenti e ai contenuti essenziali della fede da professare-celebrare-vivere, trasmettendola a tutti.
Seguono altre tre tappe - la quarta, la quinta e la sesta - che, a partire dal "vissuto" concreto delle nostre comunità parrocchiali, descrivono le condizioni, i momenti e i modi con cui la Chiesa - a iniziare dalla parrocchia e coinvolgendo tutti, singoli e aggregazioni - può e deve vivere oggi la propria missione evangelizzatrice nella società, a servizio del Regno di Dio. Il "vissuto", da cui si prendono le mosse e nel quale si deve esprimere tutto il "potenziale missionario" che vi è già iscritto, è quello della celebrazione della Messa nel giorno di domenica, della richiesta dei Sacramenti e della vita quotidiana nei diversi ambienti sociali.
La settima e ultima tappa si sofferma sulle molteplici persone che, quali "operai del Vangelo", sono chiamate - nella e con la Chiesa e secondo lo stile di Gesù - ad annunciare la "buona notizia" e a trasmettere la fede.
A coronamento e rilettura di tutto il Percorso, viene offerta una sosta meditativa e orante su Maria, la Vergine della Visitazione, icona vivente della Chiesa in missione.
Evangelizzare e trasmettere la fede: il "caso serio" della Chiesa
Unico, semplice e complesso a un tempo, è l'obiettivo e il contenuto del Percorso: l'evangelizzazione e la trasmissione della fede. E questo, come emerge con forza e in continuità nel documento, è il "caso serio" della Chiesa. Lo è stato sempre. Oggi lo è in termini nuovi, più pesanti e stimolanti.
È il "caso serio", perché la ragione di vita, e più radicalmente la stessa ragione di essere della Chiesa nella storia, è tutta e sola nell'annuncio del Vangelo e nella trasmissione della fede. È questa «la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare» (Evangelii nuntiandi, 14). Con l'evangelizzazione e la trasmissione della fede siamo al cuore della Chiesa.
È il "caso serio", perché senza Vangelo e senza fede non c'è salvezza! Siamo di fronte non a una delle questioni pastorali, sia pure importante o importantissima, ma alla questione centrale, in un certo senso unica e decisiva, di tutto l'agire della Chiesa e del cristiano.
Niente più della parola di Gesù «Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato» (Marco 16, 16) dice in modo categorico l'estrema serietà del "caso". È una parola che «svela tutta la gravità, anzi la drammaticità della sfida pastorale che la Chiesa è chiamata oggi ad affrontare. Nello stesso tempo, sollecita tutti i credenti a un coraggio nuovo e a una passione missionaria più ardimentosa. Li sollecita a impegnarsi, al limite delle forze, per "andare e predicare il Vangelo" alle donne e agli uomini di oggi, nelle loro proprie condizioni di vita e di cultura Le parole di Gesù sembrano invocare ed esigere non un semplice "supplemento" di missionarietà da parte della Chiesa e dei cristiani, ma un "cambiamento" rapido e globale, come via per un rinnovamento profondo del modo di trasmettere la fede alle nostre generazioni» (n. 2).
È il "caso serio", perché l'evangelizzazione e la trasmissione della fede avvengono oggi in una situazione sociale e culturale profondamente modificata e in grande parte inedita rispetto al passato, anche nel contesto della nostra Chiesa di Milano. Come comunità ecclesiale e come credenti siamo chiamati a interpretare e ad affrontare questa situazione, cogliendone i segni dei tempi, ossia la voce di Dio e del suo Spirito (cfr. Apocalisse 2, 7), per operare quelle scelte concrete che influenzeranno di fatto il cammino futuro della nostra Chiesa (cfr. il capitolo primo: Come mai questo tempo non sapete giudicarlo? Per un discernimento del tempo presente).
In realtà, il vissuto di fede delle nostre comunità cristiane è certamente intaccato dai noti fenomeni della secolarizzazione, di una vera e propria scristianizzazione, dell'indifferenza religiosa, del "neopaganesimo". Ma non meno dal fatto che oggi la trasmissione della fede alle nuove generazioni - pur rimanendo un impegno fondamentale della nostra Chiesa, per il quale si moltiplicano gli sforzi pastorali e si tentano nuove vie - si scontra con molte difficoltà nuove e pesanti.
I "percorsi" tradizionali di fede - che, fino a qualche decennio fa, erano socialmente radicati nelle famiglie, nella scuola e in altri ambienti di socializzazione - sono diventati sempre più "fragili", anzi sono oggi in qualche modo "saltati". Molto spesso non si può presupporre quasi nulla riguardo all'educazione cristiana dei ragazzi nelle famiglie di provenienza e non si può certo pensare che sia l'ambiente sociale a favorire, quasi "spontaneamente", l'educazione cristiana delle giovani generazioni. Si è rotto il patto tra le diverse generazioni!
Se cerchiamo le radici delle attuali difficoltà e fatiche, le troviamo soprattutto in precise motivazioni culturali. Viviamo in un contesto spesso impermeabile al Vangelo, a esso "estraneo" o persino contrario. E questo in seguito a molteplici fattori, quali: la generale "crisi del processo comunicativo" nella nostra società; la diffusa "tendenza ad assolutizzare l'attimo presente" smarrendo il senso della storia, nel quale solo si può comprendere la "storia della salvezza" e il singolare "fatto storico" di Gesù; il "pluralismo" etnico-culturale-religioso che conduce a ritenere, al più, che "una religione vale l'altra"; la visione della persona in chiave unicamente naturalistica e quindi negatrice della trascendenza.
Come scriveva Tertulliano, un autore del II-III secolo, «Cristiani non si nasce ma si diventa». È sempre stato così, ma oggi il "diventare cristiani" si presenta come un'impresa particolarmente ardua, difficile e faticosa. Lo è in un modo tutto speciale nell'ambito della vita sociale, nel quale si è consumata quella "rottura tra Vangelo e cultura" che già Paolo VI ha denunciato come il dramma della nostra epoca. Qui è più facilmente e ampiamente visibile l'irrilevanza sociale dei cristiani, perché i criteri di giudizio e di scelta dominanti nella cultura, nella mentalità e nel costume, non sono nella linea del Vangelo e talvolta neppure in quella della stessa razionalità umana.
Ma ai cristiani è chiesto di vivere, con sincero amore e vivo senso di responsabilità, il loro proprio tempo. È allora in questa precisa situazione storica, sociale-culturale-ecclesiale, che sono chiamati a vivere "da cristiani", obbedendo alla consegna missionaria di Gesù: comunicare il Vangelo, che libera e salva, in un mondo che cambia.
Anche per la fede, il nostro è sì tempo di crisi. Ma, insieme, è tempo ricco di opportunità, è «tempo favorevole» (2 Corinzi 6, 2). Di qui l'impegno massimo e urgente del cristiano, nel segno di una grande fiducia in Cristo, che è il "fondamento" che non muta mai, e nella sua incontrovertibile assicurazione: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo» (Matteo 28, 20).
(la seconda parte sarà pubblicata sul prossimo numero)
Spiegazione dei segni e dei
simboli
dell'Avvento 2003
La centralità della S. Messa nel cammino della missione è molto chiara ed evidente. In questo Avvento ad ogni S. Messa domenicale verrà dato particolare rilievo ed importanza alla parte conclusiva della S. Messa come "mandato missionario"; infatti questo è il momento del mandato, la Messa si compie e si completa con la vita dei cristiani che si sono nutriti dell'Eucaristia e che ora divengono Eucaristia vivente, con la testimonianza e l'annuncio del Vangelo.
La Messa si conclude con "ANDIAMO IN PACE"; sul canto finale il sacerdote si porterà in mezzo all'altare e attenderà la conclusione del canto per poi scendere ed accompagnare i fedeli verso l'uscita della Chiesa.
Altri segni, non meno importanti di questo Avvento, saranno la processione iniziale con la LAMPADA; sul pulpito troveremo ogni settimana il riferimento al vangelo domenicale e al cammino dei ragazzi; ci sarà a disposizione il "LIBRO DELLE PREGHIERE" dove ognuno liberamente potrà lasciare scritta la propria riflessione; infine brani tratti dalla lettera pastorale del Vescovo che troveremo sia in fondo alla Chiesa che sulla Comunità.
Parrocchie di Novate
Ritiro Giovani Avvento 2003
Carissimi giovani di Novate,
i tempi dello Spirito sono tempi che il Signore decide
e dona ai suoi figli. Anche noi non vogliamo perdere
l'occasione e proprio per questo faremo il ritiro annuale
dei giovani nei giorni: 6-8 dicembre 2003 nella casa
"Buon Pastore" di Albenga (SV).
Partenza alle ore 15.00 di sabato 6 dicembre.
Ritorno ore 19.00 di lunedì 8 dicembre.
Vi chiediamo di farci pervenire la vostra
adesione (presso la Segreteria dell'Oratorio San Luigi)
entro e non oltre domenica 23 novembre 2003.
Il costo è di 80,00 euro.
Ti aspettiamo.
I sacerdoti di Novate
Ringraziamento
Il Movimento Terza Età ringrazia di cuore tutti coloro che
hanno contribuito alla riuscita del
"Mercatino pro Centro Parrocchiale".
Il ricavato è stato di € 950,00.
La vita della nostra comunità
Domenica 16 Novembre 2003 - Prima di Avvento |
- Festa del Dolce organizzata dalla San Vincenzo |
Lunedì 17 Novembre 2003 - Sant' Elisabetta d'Ungheria |
- Con oggi i Sacerdoti iniziano le benedizioni delle famiglie; gli orari verranno
pubblicati settimanalmente su "La Comunità", sulle porte della Chiesa e sul sito
internet della Parrocchia (www.santigervasoeprotasonovate.it) |
Martedì 18 Novembre 2003 - Dedicazione Basiliche SS. Pietro e Paolo |
ore 21.00 Cineforum: "Passato prossimo" - al Cinema Nuovo |
Mercoledì 19 Novembre 2003 |
ore 21.00 Incontro formativo di Azione Cattolica al Centro Femminile |
Giovedì 20 Novembre 2003 - Beato Samuele Marzorati |
ore 21.15 Catechesi per i giovani all'Oratorio San Luigi |
Venerdì 21 Novembre 2003 - Presentazione della Beata Vergine Maria |
- Catechesi adulti alle ore 15.00 e 21.00 al Centro Femminile |
Sabato 22 Novembre 2003 - Santa Cecilia |
ore 14.30 Catechesi 2a elementare in Oratorio San Luigi |
Domenica 23 Novembre 2003 - Seconda di Avvento |
- Ritiro decanale 3a media |
Sacerdoti: Orari delle Sante Messe in Parrocchia |