Carissimi,
con domani - lunedì - inizia la grande avventura ed il responsabile impegno dell’ORATORIO FERIALE.
Per ben cinque settimane la comunità cristiana di Novate, con le sue tre parrocchie, si mette in campo, si fa presente dentro al tessuto vivo ed incalzante della vita della propria gente con un solo intento: raccontare quanto il Signore ci “prenda” la vita, così da stare accanto ai bambini e ai ragazzi per condividere - in tante forme, in molteplici sollecitazioni - la loro crescita, il loro “vivere bene” questo tempo di vacanza.
L’oratorio feriale - c’è il rischio reale e diffuso - viene talora percepito ed accolto come “luogo” in cui avere al sicuro i propri figli, risolvendo così un problema vero di molte famiglie che - terminate le scuole - non sanno a chi affidare i propri figli.
La dimensione e la risposta sociale sembrano avere il sopravvento, rischiando di oscurare ed allentare il “cuore” della comunità cristiana che, anche con l’oratorio feriale, vuole mostrare quanto l’appartenenza al Signore genera una tensione ed una volontà di fare del bene, di educare al bene, di deporre nel cuore di ogni bambino e ragazzo la gioia di Gesù, la gioia che è Gesù.
Così l’oratorio feriale diventa un’esperienza, cioè una modalità di vivere che forma, plasma, arricchisce, determina la propria personalità, il proprio cammino di crescita.
Nella proposta dell’oratorio feriale i bambini ed i ragazzi “fanno esperienza” di come si possa vivere la propria giornata, la settimana, la vita… dentro ad un contesto di relazioni, di giochi, di impegni, di regole che ti rendono felice, ti fanno cosciente che stai crescendo, stai scoprendo la bellezza di camminare con Gesù a contatto con il don, tanti animatori, educatori, volontari… che “fanno esperienza” ancora una volta, che il curvarsi sui bambini e i ragazzi, il mettere a loro disposizioni il proprio tempo e le proprie energie significa raccontare e vivere un fede che fa e non tanto una fede che “proclama”…
L’oratorio feriale concepito così, voluto così, vissuto così è allora azione di Chiesa, proposta di Vangelo e non solo o primariamente risposta ad un bisogno sociale pur reale ed oggettivo.
Mi fermo qui.
Però con un interrogativo che mi pulsa dentro.
Perché allora il nostro mondo adulto, i nostri cristiani adulti fanno così fatica a “giocarsi” nella disponibilità e nella gratuità “per l’oratorio feriale”?
Perché tante “nostre” famiglie non propongono con lungimirante consapevolezza ai propri figli adolescenti-giovani la possibilità di “giocarsi” un po’ del loro tempo estivo a servizio dei più piccoli?