Anno X - n° 34 - Domenica 5 Novembre 2006 |
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XXXI del tempo ordinario
Quale il più grande dei comandamenti?
La risposta di Gesù al fariseo è semplice ed efficace: il Nazareno cita
l'essenziale dell'esperienza di Israele, Dio è amabile e ti rende capace di amare.
Non è strano parlare di "comandamento" rispetto all'amore?
L'amore non ci
richiama concetti come: desiderio, entusiasmo, libertà, gratuità?
Posso amare per
dovere?
Come può Gesù comandarmi di amare Dio, se l'amore è atto di pura libertà,
di totale gratuità?
Esiste un comandamento prima del primo, che chi fa
esperienza di Dio conosce bene: Dio ti ama di un amore immenso, lasciati amare.
Ciò
che Gesù chiede è di arrenderci al corteggiamento di Dio, di lasciare il nostro
intimo fiorire nella passione verso la tenerezza che Dio ci offre.
Amare è la risposta
di chi ha sentito la seduzione di Dio. Gesù ci sta dicendo: "Ama perché sei
immensamente amato, lasciati amare dalla tenerezza di
Dio!" Esiste un comandamento prima del primo.
Prima non nel senso di importanza, ma di tempo:
"lasciati amare da Dio". La vita è ricerca di questo amore che, una volta scoperto, diventa
sorgente per amare i fratelli. Gesù pone l'amore al centro della sua vita. Dio mi
"ordina" di fare esattamente ciò che desidero maggiormente: lasciarmi amare ed
amare. Orientare la nostra vita verso l'amore è l'unica cosa che ci può dare felicità.
Si tratta anzitutto di accogliere l'amore di Dio per poi riversarlo sul fratello e su
di noi.
L'amore che Cristo chiede per i fratelli è il desiderio di comunicare
l'amore che io per primo ho ricevuto e che posso dare al fratello nel quale
riconosco l'impronta di Dio. Posso amare solo se mi amo. Posso accogliere solo se mi
sono accettato. L'amore di Gesù è libero e mi rende capace di amare
liberamente, senza possedere altro se non la gioia del condividere.
Se ho colto l'amore
che Dio mi rivolge divento capace di amare sul serio e la vita diventa luce.
L'essenziale è amare, lasciarsi amare. Saremo giudicati sull'amore. Se prima e
dentro non c'è l'amore, rendiamo assente Dio.
(Deuteronomio 6,2-6 - Salmo 17 - Ebrei 7,23-28 - Marco 12,28-34)
Ottavario di preghiera per i defunti
Perché il ricordo riconoscente per i nostri defunti non si
concluda con una preghiera e un mazzo di fiori il giorno dei morti, la
Parrocchia propone anche quest'anno la possibilità di suffragare ogni
sera dell'Ottavario dei Morti i defunti delle proprie vie e dei propri caseggiati.
E' un atto di fede nella comunione con i nostri cari.
L'amore e l'affetto che ci tiene uniti ancora ai nostri cari si
manifesti nel pregare per loro e nel testimoniare che non sono dimenticati,
ma sempre presenti nel nostro cuore.
Lunedì 6 Via Alfieri Via Ariosto Via Boccaccio Via Carducci Via Dante Via Giusti Via Parini Via Pascoli Via Tasso Via Virgilio Via Piave Via XXV Aprile Via Benefica Via Bertola Via Bollate |
Martedì 7 Via Brodolini Via Morandi Via Grandi Via Leone XIII Via Maroncelli Via Pellico Via Tazzoli Via Vignone Via don Minzoni Via Gioberti Via Cascina del Sole Via De Amicis Via De Sanctis Via dello sport Via Sentiero del Dragone |
Mercoledì 8 |
Giovedì 9 Via Cavalcanti Via Cornicione Via Latini Via Leopardi Via Matteotti Via Ovidio Via Petrarca Via Verga Via Cairoli Via Campo dei fiori Via Pisacane Via Balossa Via Bixio Via Montello Via V.Veneto Vicolo Vittorio Veneto |
Venerdì 10 Via Baracca Via Battisti Via Bellini Via Boito Via Bovisasca Via D.Chiesa Via Donizetti Via Filzi Via Polveriera Via Puccini Via Trento e Trieste Via Costa Via Diaz Via Gorizia Via Monte Grappa Via Volta |
Mercatino Terza Età
Il mercatino della Terza Età
presenta una novità
Sabato 11 e domenica 12
Novembre allestiremo, in occasione del
Natale, un tavolo con vari soggetti in gesso, fatti a mano e dipinti,
per il Presepio. Il ricavato verrà devoluto per le opere parrocchiali.
Vi aspettiamo numerosi.
Il Movimento Terza Età
4° Convegno Ecclesiale
Nazionale
Verona, 16-20 ottobre 2006
www.convegnoverona.it
Proseguiamo la pubblicazione del messaggio conclusivo del Cardinal Ruini al Convegno Ecclesiale di Verona
Vorrei poi ricordare con voi un nostro fratello, l'Arcivescovo di Monreale Mons. Cataldo Naro, che abbiamo molto amato ed ammirato e che ha collaborato con straordinaria partecipazione, intelligenza e apertura di cuore, in qualità di Vicepresidente del Comitato preparatorio, all'ideazione e alla progressiva realizzazione del Convegno. Per molti di noi egli è stato un amico personale, per tutti un esempio e un testimone di amore alla Chiesa e di una cultura compenetrata dal Vangelo. Lo sentiamo vivo e presente in mezzo a noi, nel mistero del Dio che si è fatto nostro fratello, per il quale Mons. Cataldo ha speso la sua vita.
Questo mio intervento è stato indicato, nel programma del Convegno, come "discorso conclusivo": un titolo giustificato solo dal fatto che è l'ultimo della serie, ma non da quello che potrò dire. In realtà le conclusioni sono state in buona misura già proposte nelle ottime relazioni che abbiamo appena ascoltato sui lavori dei cinque ambiti e saranno ulteriormente formulate nel documento che, come è d'uso, l'Assemblea della CEI dovrebbe approvare qualche mese dopo il Convegno. Soprattutto, la vera conclusione, o meglio il frutto e lo sviluppo concreto dei lavori di queste giornate e di tutto il cammino preparatorio, consisterà in quello che, come Chiesa italiana, sapremo vivere e testimoniare nei prossimi anni, cercando in primo luogo di essere docili alla guida del Signore. Il mio intervento si pone dunque semplicemente come un contributo alla riflessione comune, affinché le grandi indicazioni offerteci dal Santo Padre e tutto il lavoro svolto prima e durante il Convegno trovino sbocchi concreti nella vita e nella testimonianza della Chiesa italiana. Spero di rimediare così, in qualche misura, all'impegno troppo scarso con cui ho partecipato al cammino preparatorio, per il quale si è speso invece con eccezionale competenza, disponibilità e amore il nostro carissimo Mons. Giuseppe Betori, che non ha potuto essere fisicamente con noi in queste giornate ma è ormai pronto a riprendere il suo lavoro di Segretario della C.E.I. e a contribuire come egli sa fare agli sviluppi che tutti attendiamo dal Convegno: a lui vanno il nostro affetto e la nostra gratitudine, nel vincolo di fraternità che ci unisce nel Signore.
2. Cari fratelli e sorelle, questo incontro di Verona deve aiutare le nostre comunità a testimoniare Gesù risorto entro un contesto sociale e culturale, nazionale ed internazionale, che cambia molto rapidamente, mentre si rinnova anche la realtà ecclesiale. Proprio la coscienza di questi cambiamenti, dei problemi che essi pongono alla pastorale quotidiana e della necessità di non subirli passivamente, ma piuttosto di saperli interpretare alla luce del Vangelo, per poter interagire con essi e orientare in senso positivo il loro corso, è forse il principale motivo per il quale molte attese si concentrano sul nostro Convegno.
Nei quasi undici anni che ci separano dall'incontro di Palermo abbiamo ricevuto anzitutto alcuni grandi doni, come l'Anno Santo del 2000, un'esperienza di fede, di preghiera, di partecipazione ecclesiale i cui frutti, nell'economia di salvezza, non si sono certo esauriti. Poi abbiamo vissuto gli ultimi anni del Pontificato di Giovanni Paolo II, la sua straordinaria testimonianza di abbandono in Dio e di dedizione totale alla causa del Vangelo, di cui proprio nei giorni della sua morte è divenuta manifesta al mondo la grandissima efficacia, capace di far riscoprire il senso cristiano - e autenticamente umano - del vivere, del soffrire e del morire, e al contempo l'unità profonda della intera famiglia umana. Con il nuovo Papa Benedetto XVI abbiamo sperimentato come, nell'avvicendarsi delle persone, possa essere piena la continuità nella guida della Chiesa e nel legame di amore che unisce il popolo di Dio al Successore di Pietro. Ma godiamo anche della luce di intelligenza e di verità con cui Papa Benedetto propone il mistero della fede e illumina le realtà e le sfide che tutti viviamo: ieri di questa luce abbiamo usufruito qui in modo speciale. Ci fa bene, cari fratelli e sorelle, rammentarci di questi e di altri grandi doni del Signore, che non rimangono esterni a noi ma fanno parte della nostra vita, anche per non rinchiuderci nel breve raggio del nostro lavoro quotidiano e per non cedere a quella miopia spirituale che fa male alla speranza.
Quando celebravamo il Convegno di Palermo prevaleva ancora, sebbene già in parte offuscata, quell'atmosfera di sollievo e di fiducia, a livello di scenari europei e mondiali, che era nata dalla caduta della cortina di ferro e dalla fine della lunga stagione della "guerra fredda". Oggi non è più così, per delle cause profonde e di lungo periodo che hanno nella tragica data dell'11 settembre 2001 un'espressione emblematica ma assai parziale. La sfida rappresentata dal terrorismo internazionale, per quanto ardua e minacciosa, è infatti soltanto un aspetto di una problematica molto più ampia, che si riconduce al risveglio religioso, sociale e politico dell'Islam e alla volontà di essere di nuovo protagoniste sulla scena mondiale che accomuna almeno in qualche misura le popolazioni islamiche, pur con tutte le differenze e le tensioni che esistono tra di esse. Questo grande processo ci tocca da vicino, a nostra volta, sotto il profilo religioso e non soltanto sociale, economico e politico, anche perché, nel quadro generale dei grandi fenomeni migratori, è forte la presenza islamica in Europa e ormai anche in Italia. Lo stesso risveglio dell'Islam, d'altronde, si accompagna ad altri importanti sviluppi che sono in corso e che vedono protagoniste altre grandi nazioni e civiltà, come la Cina e l'India, configurando ormai uno scenario mondiale assai diverso da quello che faceva perno unicamente sull'Occidente. Nello stesso tempo rimangono in tutta la loro drammatica gravità le situazioni di povertà estrema e mancato sviluppo di numerosi Paesi e aree geografiche, specialmente ma certo non esclusivamente in Africa. In questo contesto di grandi trasformazioni sta assumendo dimensioni nuove e diventa sempre più vitale e irrinunciabile il compito della costruzione della pace, mentre persistono e si aggravano tante forme di guerra e minacce di guerra. Tutto ciò, di nuovo, ci interpella anche e specificamente in quanto credenti in Cristo: la Chiesa italiana, pertanto, non può non essere attenta e partecipe verso queste tematiche, decisive per gli anni che ci attendono.
Un'altra novità di grande spessore e implicazioni che ha guadagnato molto spazio nell'ultimo decennio è quella che viene indicata come "questione antropologica": nei lavori del nostro Convegno essa è stata, giustamente, assai presente. Negli interrogativi intorno all'uomo, infatti, nelle domande su chi egli realmente sia, sui suoi rapporti con il mondo e con la natura, ma anche nelle questioni che riguardano l'evolversi dei suoi comportamenti personali e sociali e le nuove e rapidamente crescenti possibilità di intervento sulla sua stessa realtà che le scienze e le tecnologie stanno aprendo, la fede cristiana e la conoscenza dell'uomo che essa ha in Gesù Cristo (cfr Gaudium et spes, 22) vengono messe inevitabilmente a confronto con le prospettive e i punti di vista, talora assai divergenti, che riguardo all'uomo stesso hanno largo corso e cercano di imporsi. Questo confronto, che si svolge in tutto l'Occidente ed anzi si estende sempre più a livello planetario, coinvolge profondamente anche l'Italia ed appare chiaramente destinato a proseguire e ad intensificarsi negli anni che ci attendono. Esso si sviluppa, contestualmente, a molteplici livelli: sul piano culturale e morale, su quello della ricerca scientifica e delle sue applicazioni terapeutiche, su quello del vissuto delle persone e delle famiglie come su quello delle scelte politiche e legislative. Dobbiamo dunque continuare a sostenere questo confronto, che è stato già di grande stimolo per il nostro "progetto culturale", essendo anzitutto consapevoli che la luce della fede ci fa comprendere in profondità non un modello di uomo ideale e utopico, ma l'uomo reale, concreto e storico, che di per sé la stessa ragione può conoscere, e che, come ha detto Benedetto XVI il 30 maggio 2005 aggiungendo a braccio queste parole al suo discorso all'Assemblea della C.E.I., "non lavoriamo per l'interesse cattolico ma sempre per l'uomo creatura di Dio".
Un ulteriore elemento di novità, meno evidente ed appariscente ma che si riferisce alla vita stessa della Chiesa e dei cattolici in Italia, mi sembra possa individuarsi in una crescita che ha avuto luogo in questi anni, sotto vari aspetti, tra loro certamente connessi. Si sono rafforzati cioè i sentimenti e gli atteggiamenti di comunione tra le diverse componenti ecclesiali, e in particolare tra le aggregazioni laicali, mentre si è fatto nettamente sentire, anche nel corso del nostro Convegno, il desiderio di una comunione ancora più concreta e profonda. A un tale positivo sviluppo ha certamente contribuito l'approfondirsi e il diffondersi della consapevolezza circa la necessità e l'urgenza, e al contempo le molte innegabili difficoltà, di una effettiva opera di rievangelizzazione del nostro popolo: ciò ha suscitato nuove energie ed ha fatto sentire più forte il bisogno di lavorare insieme, per una missione che è comune a noi tutti (cfr Apostolicam actuositatem, 2). È cresciuto inoltre, in maniera visibile, il ruolo della Chiesa e dei cattolici in alcuni aspetti qualificanti della vita dell'Italia: in particolare nel porre all'attenzione di tutti il significato e le implicazioni della nuova questione antropologica. In questo contesto si sono formate, o hanno intensificato la loro presenza, realtà come "Scienza & Vita", il Forum delle Famiglie, "RetInOpera", con una forte unità tra i cattolici e una assai significativa convergenza con esponenti della cultura "laica". Si è potuto interpretare così, come è apparso specialmente in occasione del referendum sulla procreazione assistita, il sentire profondo di gran parte del nostro popolo. Ho ricordato questi aspetti di crescita non per nascondere le difficoltà che persistono, e sotto qualche profilo si aggravano, nella presenza cristiana in Italia, ma per mostrare come i giudizi e gli atteggiamenti improntati alla stanchezza e al pessimismo, che esistono anche all'interno della Chiesa e possono essere umanamente assai comprensibili, si rivelino unilaterali già sul piano dei fatti e dell'esperienza.
(Il messaggio continuerà ad essere pubblicato
nei prossimi numeri de "La Comunità")
Lunedì 13 Novembre inizieranno le
Benedizioni delle famiglie
Il calendario e gli orari verranno esposti sulle porte della Chiesa, pubblicati su La Comunità ogni settimana e sul sito Internet della Parrocchia www.santigervasoeprotasonovate.it
Parrocchiani defunti nel mese di Ottobre
Riva Maria - Tufano Armando
Ceruti Ezio - Renda Pasqualina
Zonca Natalina Carolina - Crudo Marino
Matrimoni nel mese di Ottobre
Marin Alessandro con Comerci Marilena
Battesimi in Parrocchia
Domenica 5 Novembre 2006 alle ore 15.00
entrano a far parte della Chiesa i nuovi battezzati:
Ardenghi Fabrizio - Roggerini Matilde
Ndoci Dennis - Cuzcano Llacua Danilo Alessandro
Zarantoniello Beatrice
A loro ed ai loro genitori auguriamo tanta gioia e serenità.
Convegno Genitori
Isolati tra i "MEDIA"
Domenica 19 Novembre presso l'Oratorio San Luigi
Programma:
ore 15.00 Accoglienza - ore 15.30 Inizio interventi dei relatori
ore 17.30 Pausa dei lavori - ore 17.45 Discussione
ore 18.30 Termine convegno - a seguire Happy Hour
Relatori
Mattia Schieppati
(Giornalista): "La notizia, verità assoluta?"
Pinuccio Del Menico (Conduttore
Tv): "La provocazione dei reality.
Sempre più felici sull'isola"
Piermarco Aroldi
(Sociologo): "La rete, gioco globale o nuovo linguaggio?"
Conduce: Fabio Pizzul
Le iscrizioni presso la segreteria dell'Oratorio San Luigi dal Lunedì
al Giovedì dalle 16.00 alle 18.30 entro Giovedì 9 Novembre.
Quota per persona Euro 2
La vita della nostra comunità
Domenica 5 Novembre - XXXI del Tempo Ordinario |
- Ritiro 1a media e genitori |
Lunedì 6 Novembre 2006 |
ore 21.00 Santa Messa a suffragio dei defunti in Chiesa Parrocchiale |
Martedì 7 Novembre 2006 |
ore 19.00 Gruppo Carità in Oratorio San Luigi |
Mercoledì 8 Novembre |
ore 15.30 Incontro Terza Età al Centro Parrocchiale |
Giovedì 9 Novembre - Dedicazione Basilica Lateranense |
ore 21.00 Santa Messa a suffragio dei defunti in Chiesa Parrocchiale |
Venerdì 10 Novembre - San Leone Magno |
ore 15.00 Catechesi per casalinghe e pensionati al Centro Parrocchiale |
Sabato 11 Novembre - San Martino di Tours |
- Laboratori di Pastorale Giovanile |
Domenica 12 Novembre - Cristo Re dell'Universo |
- Giornata diocesana Caritas |
Sacerdoti: Orari delle Sante Messe in Parrocchia |