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Parrocchia
SS. Gervaso e Protaso 20 e 21 Ottobre
2001 |
Annotazioni del
Vicario Generale
per il
rinnovo dei Consigli Pastorali
Alcune annotazioni del Vicario Generale della nostra Diocesi circa le risorse che possiamo trarre dalla scadenza del rinnovo dei Consigli Pastorali.
1. La persona invitata a far parte del Consiglio deve il più possibile ispirarsi alla realtà della comunione, di cui è parte. Il membro della comunità cristiana ha ricevuto il dono nel battesimo ed è entrato nel corpo di Cristo. La comunione con il Signore e con i fratelli è celebrata e ratificata dalla eucaristia. Questo il dato di partenza che è molto forte e qualificante; e dunque il fedele è chiamato ad amare la comunità in cui è nato, sa riconoscere nella comunione reale con le persone un aspetto fondamentale della propria vita di credente e di discepolo di Gesù. Non possono mancare confronti e proposte diverse anche talvolta proposte con vivacità e forza, e pure vi è un legame più profondo da riconoscere e alla fine da onorare. Alla fine si può dire che quanti partecipano al Consiglio sono di solito arricchiti da una maggiore conoscenza della parrocchia, dagli orizzonti reali e interiori della comunità parrocchiale. E questa potrebbe essere la meta più significativa di chi accetta di essere eletto o designato "consigliere".
2. Il Consiglio Pastorale a sua volta deve essere vissuto come occasione di incontro e di confronto per giungere a formulare dei "consigli". Talvolta questo aspetto della vita dei consigli pastorali non è evidente, e allora avviene che i consiglieri sentano di essere loro a decidere. In realtà ogni proposta del Consiglio è un "consiglio" proposto al Parroco perché ne prenda coscienza, e possa decidere per il bene della comunità intera, coniugando la fedeltà alla sua responsabilità di pastore, con la fiducia dovuta al Consiglio pastorale. Fondamentale rimane sempre la persuasione che la finalità del dialogo e della "consigliatura" è la testimonianza dei credenti e della comunità. Dunque ci si aspetta che l'attività del Consiglio faccia crescere la comunione, e che approfondisca la carità; si vive il Consiglio per crescere nella conoscenza del Signore. E dato che la testimonianza chiama ad una maggiore conoscenza della mentalità e delle esigenze dei nostri contemporanei e chiede di comprendere meglio le ricchezze, le debolezze della cultura che ci circonda, è importante che il membro del Consiglio Pastorale rifletta, faccia esperienza di conversione, proponga il frutto della sua sapienza cristiana. Prendere decisioni non risponde alla missione specifica del Consiglio. Dal lato opposto, tuttavia, i lavori del Consiglio non devono limitarsi ad una raccolta di singoli pareri. Il Consiglio deve potersi esprime in quanto Consiglio.
Giovanni Giudici
Vicario Generale