Carissimi,
concluse, con al Solennità dell’Epifania, le festività natalizie, riprendiamo il nostro cammino nella normale e feconda ferialità dei nostri impegni e della nostra vita.
Con don Giuseppe affido a questo nostro foglio la gratitudine per tutti gli auguri che ci avete inviato e per tutto il bene che ci avete dimostrato.
Sento di dover esprimere con particolare intensità il ringraziamento a tutte le persone che, in vari modi, hanno impegnato tempo, energie, risorse per rendere partecipata, condivisa, sentita e gustata la “grazia” delle celebrazioni nella nostra Chiesa.
Quanti “grazie”!: tutto affido al Signore nella preghiera, Lui vede, Lui sa.
E non manca di restarci accanato con la sua presenza e la sua benedizione. C’è, nella nostra comunità, una vivacità, forse poco appariscente ma concreta e feconda, che costituisce tutta una “rete” di attenzione e di “servizio” evangelico che - dalla catechesi alla carità, passando per piccoli ma preziosi impegni - tiene coesa, solidale, serena, gioiosa la comunità stessa.
Forse alcuni di noi non riescono a percepire con realismo ed intuito pratico tutto questo “bene” di tante persone che ci permette di vivere serenamente e dignitosamente negli ambienti parrocchiali che frequentiamo e nella Chiesa in cui vengono celebrati i misteri della condiscendenza del Signore.
Grazie, pertanto, a tutti e a ciascuno per il “servizio” discreto ma efficace che offrite al Signore per la nostra comunità.
Continuiamo il nostro cammino. Non di “osservatori” critici e mai contenti, ma fiduciosi e coinvolti nei passi che il Signore ci prepara.
Sarà, questo, l’anno in cui si inizierà la “Comunità pastorale”: questo camminare insieme di tutte e tre le comunità parrocchiali della nostra città che, pur nella peculiarità della propria storia ed esperienza di fede, formano “l’unico popolo di Dio adunato nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.” (L.G. n.3 - S. Ireneo)
Attendiamo che il Vescovo, attraverso il Vicario Episcopale Msg. Luca Raimondi, ci indichi la concretezza dei passi da fare.
È una chiamata alla corresponsabilità che è iniziata ed esigita dal nostro essere battezzati che camminano e, camminando, scoprono, ri-scoprono, vivono la loro identità di popolo di Dio, di Chiesa del Signore che si fa presente nel vissuto sociale, nel territorio della nostra città per annunciare e testimoniare l’amore di Dio che salva e redime.
Così si rende più impellente e gratuitamente necessario il “condividere” nella logica e nel segno della comunione tutti quei doni, tutto quel bene che il Signore ha abbondantemente profusi nelle nostre comunità perché siano spartiti e messi in comune.
Il percorso “pastorale” che in questi ultimi anni abbiamo perseguito e condiviso nelle nostre tre parrocchie ora sta giungendo a maturazione.
Ed è bene che sia così.
A noi è chiesto un “supplemento” di preghiera e di apertura e docilità di cuore: allora la “grazia” che il Signore ci riserva diventerà fonte di gioia, di libertà di donazione, di stupore grato.

Vi benedico